Campo Lourdes 2000

Ben due anni fa balenò nei nostri pensieri un’idea, che rimase tale fino a quando i nostri sforzi si concentrarono tutti per raggiungere l’agognato obiettivo: IL CAMPO ALL’ESTERO.

A maggio 2000 c’è stata la presentazione delle proposte per il campo di Clan: la scelta era tra Lourdes e Taizé, entrambi in Francia. Prevalse la prima alternativa.

La destinazione era decisa, ora mancavano i soldi. Cosa fare? Ci potevamo solamente rimboccare le maniche!!! Dalla seconda settimana di luglio sono cominciati i lavori forzati: c’era chi aveva il pollice verde a forza di  pulire giardini, chi non aveva più bisogno di docce a forza di insaponare e sciacquare macchine, chi aveva come hobby collezionare ragnatele di garage e chi conosceva i citofoni di Casalotti come le sue tasche per la grande quantità di giornaletti della L.A.I. che aveva venduto. Dopo una settimana e mezzo, stanchi ed affamati di denaro, contammo avidamente il ricavato: siamo stati proprio bravi, avevamo raccimolato addirittura 1.600.000 £!!!

Ora avevamo tutte le carte in rego…..OPS! I biglietti! La questione si rivelò più difficile del previsto. Dopo molte peripezie, uno dei nostri eroi riuscì a vincere la battaglia contro le Ferrovie dello Stato. Ora avevamo proprio tutto, anche l’E 111. Appuntamento alle ore 12:30 del giorno 22 Luglio alla stazione Termini.

Ultimi preparativi: zaini pronti, pranzo al sacco ben in vista, numero del binario del treno e del vagone accertati ma piccolo particolare: manca una carta d’identità!

Cristiana, la capo clan: “ E’ fuori discussione la partenza, poi a Ventimiglia si vedrà!”

Fortunatamente per noi tutto filò liscio; arrivati a Ventimiglia ci aspettavano altre dieci ore di viaggio sul “comodissimo” treno francese, e finalmente… Lourdes!!

Dopo la sistemazione al Campo Giovani ci siamo recati al Forum, il centro di orientamento per tutti i nuovi arrivati. Chi ci ha guidato nell’immensa e inizialmente dispersiva struttura di Lourdes è stato Padre Alfonso che ci ha inserito nella giusta atmosfera di quel contesto.

Era cominciata la scoperta di Lourdes.

Abbiamo subito notato la netta differenza tra l’atmosfera spirituale all’interno del Santuario e tutto ciò che lo circondava sfruttandolo e speculandoci sopra. Chi  ci ha allontanato da questo aspetto “materiale” è stato lo stesso Padre Alfonso, che ha subito catturato la nostra attenzione e la nostra ammirazione con la spiegazione dei 3 segni di Lourdes: la roccia, l’acqua e la luce.Ma era anche tempo di mettersi al lavoro, il servizio ci aspettava. Le ragazze maggiorenni erano assegnate all’accueil della stazione ed avevano come capo equipe il mitico Marco e ricordiamo, per non fare un torto alla nostra capo clan, l’inglesino Phil!

I ragazzi maggiorenni componevano la famosa equipe 61, con a capo il plurimedagliato Paolo Cavallo. Dopo 3 momenti di formazione, chiamati stage, noi “brava gente”, come ci chiamava Padre Alfonso, eravamo pronti per passare all’azione e metterci con più competenza al servizio dei malati.

Il servizio dei minorenni dipendeva dal Campo Giovani, che ha offerto servizi meno impegnativi e non a contatto con i malati. Ciò ha causato un piccolo disagio tra i giovani del clan, che si sentivano esclusi dalle esperienze forti che vivevano ogni giorno i più grandi.

Le belle esperienze vissute da questi ultimi ed il disagio dei più giovani ci hanno portato ad un’ “assemblea straordinaria” nella quale abbiamo valutato la possibilità di un cambiamento sul programma iniziale: servizio a Lourdes anche gli ultimi tre giorni di campo anziché una bella scarpinata sui Pirenei. Dopo varie ore di analisi dei pro e contro delle due possibilità, abbiamo deciso il nostro immediato futuro: SAREMMO RIMASTI A LOURDES! E… avremmo coinvolto anche i più piccoli nel servizio ai malati, a dispetto della loro giovane età!!!

Il soggiorno a Lourdes ci ha anche offerto la possibilità di approfondire il nostro cammino di fede offrendo innumerevoli opportunità: la Messa Internazionale, la processione serale (il flambeaux), la veglia di Padre Alfonso, la Messa Internazionale dei Giovani ed infine i tanto famigerati passi di Bernardetta!

In tutto ciò non ci siamo dimenticati di noi: creme di bellezza, vasca idromassaggio, sauna…ops, forse volevamo dire… che abbiamo portato avanti il programma votato, che consisteva in un approfondimento sulla carta di clan proposto dalle persone più grandi, in uno scambio di competenze sui servizi associativi ed extrassociativi ed infine una riflessione sul “senso della vita” reso possibile grazie alla preghiera. Ci è sembrato inoltre opportuno approfondire la conoscenza reciproca tra i vari componenti del Clan e rivalutare l’utilizzo del Caro Diario, strumento a lungo dimenticato.

Con grande dispiacere di tutti noi, quasi a sorpresa tra le mille cose, venne il giorno in cui il treno per Roma ci attendeva al binario.

Ci aspettava di nuovo il lungo viaggio e una notte insonne: per affrontarli abbiamo riempito le nostre pance; chi si è accontentato del panino con carne in scatola e chi da raffinato si è fatto la polenta valsugana, cucinata nella comodissima toilette francese!! A ‘na certa l’adrenalina ha cominciato a salire: il capo clan zompettava fastidiosamente disturbando il sonno altrui, i  fumatori del nostro clan stavano per rimanere nella porzione di treno che deviava per il nord Europa; fortunatamente la mattina successiva il calvario francese finì… ma cominciò quello italiano. A S. Severa un gruppo di occupanti aveva bloccato il treno, la metropolitana era prima rotta, poi ad Ottaviano, dopo essere partita ed averci illuso, si è bloccata e, per finire in bellezza, qualcuno (Lorenza!!) decise di guardare più da vicino le scale sotterranee della Stazione Termini: un tonfo assordante!! Qualcuno disse: “E mo’ come la alzo!?” E Cristiana: “Lasciala lì, rimettila giù, che forse è svenuta”.

Finalmente tutti, chi più e chi meno sano, riuscimmo a far ritorno alle nostre case, con la mente che ogni tanto ritorna a quell’indimenticabile sogno.